sabato 29 marzo 2008

Genova e una prova di personalita'

Genova e una prova di personalita'


Tre punti restituiti al Cagliari, e la classifica si complica: penultimo posto, davanti al solo Empoli. Certo che speculare sulle disgrazie altrui, in questo caso su un penalizzazione che poco a che fare aveva con la materia sportiva, non era molto nobile, anche se è difficile convincersi che altre squadre non abbiano goduto di quel -11 che ancora fa male. La Reggina deve solo guardare sé stessa e le sue prestazioni, è retorica inevitabile: più le altre vanno male, più punti perdono, meglio è.
Dire in che condizioni si arrivi all’importantissima trasferta di Genova non è evidente. Partiamo dall’avversario: forte, senza ombra di dubbio. Tranquillo, anche, senza grandi assilli, può giocare con la gioia di far girare il pallone, di tentare lo spettacolo, di provare a mantenere Borriello (già, Borriello, che a Reggio combinò poco o nulla) in vetta alla classifica marcatori. Squadra tranquilla equivale a squadra rilassata? Non necessariamente, non a questo punto del campionato.
Sperare in calci di concentrazione dei grifoni sembra manna dal cielo, calcolando che si parla di professionisti e di serie A. Ma certamente sarebbe stato peggio trovarsi di fronte una squadra invischiata nella lotta per non retrocedere, col sangue negli occhi.
Il sangue negli occhi: quello che dovrà avere la Reggina. Quella trascorsa è stata una settimana particolare, come lo sono sempre quelle caratterizzate dalle nazionali. Se dall’altra parte c’è Borriello, magari stanco, magari galvanizzato dalla ormai quasi certa convocazione per l’Europeo, in casa amaranto Barreto e Hallfredsson sono reduci da lunghi viaggi e probabilmente, anche se schierati, ne risentiranno. Con tutto il rispetto per quei pochi tifosi che definiscono l’islandese “fondamentale per la salvezza”, la preoccupazione maggiore è certamente quella per il paraguaiano.
Reggina che deve vincere a tutti i costi, e allora Reggina offensiva. Dopo l’ubriacatura di reti e spettacolo di Siena, il pari strappato a Livorno e quello col Napoli avevano fatto tornare fra la tifoseria lo “spettro Ulivieri”, ovvero di una squadra con dieci calciatori dietro la linea della palla. Possibile che l’effetto Nevio fosse già finito? Che da eroe col Siena sia adesso criticabile contro il Napoli? Appurato che ogni partita ha storia a sé, il merito di Orlandi rimane quello di aver cercato di sistemare i suoi calciatori nel ruolo che loro più amano e in cui si esprimono meglio.
Mancava Nick Amoruso, schierato prima punta, dove non gradisce e dove anche non rende. A Genova tridente sarà, sempre che le dichiarazioni della vigilia e le prove tattiche non siano solo pretattica (ma pare alquanto improbabile), il dubbio è chi saranno i tre. La tesi più accreditata al momento è quello di Amoruso-Brienza-Makinwa, con il nigeriano che farebbe la punta centrale, facendo tornare Amoruso al ruolo di seconda punta, esattamente come l’anno scorso. Servirà a restituirci i giocatore insostituibile dello scorso anno? Ce lo auguriamo vivamente.
Parlando di tridente, inevitabile è un riferimento a Stuani. Presentato come un eroe, come il salvatore della patria, forse solo per distrarre da quella che era la vera campagna acquisti amaranto (cioè i colpi Brienza e Makinwa), per ora ha giocato poco. Quando lo si è visto, ha protetto palla, ha tentato di far salire la squadra, però poco ha concluso, pur cercando di trovarci qualcosa di buono ad ogni costo, non pare quel campione che ci veniva decantato. Brocco non è, quello è chiaro: e allora cos’ha, non si è ambientato, non riesce a esprimersi bene? Nevio pareva intenzionato a schierarlo, ora le ultime notizie lo danno ancora in panchina.
Mistero Stuani, si può dire. Storia di un potenziale campione che non ha tempo di crescere, che non ha tempo di sbagliare nel suo apprendistato nel campionato italiano. Ma senza rischio, Stuani non cresce, non sboccia. Rischiare per ritrovarsi un cavallo di razza in casa, o tenerlo buono, fermo ai box, per puntare sull’usato sicuro, su chi il campionato italiano lo conosce bene? A Orlandi la risposta, che non pare semplice. L’allenatore amaranto naturalmente potrà basarsi su quanto vedrà in allenamento, sul percorso quotidiano.
Andare a Genova a fare la partita, pur senza attaccare in maniera scriteriata, questo vuole mister Nevio. Sarà una bella prova di personalità, per la Reggina, andare a fare la partita in casa del grifone, calcolando che lontano dal Granillo la vittoria non è ancora arrivata. Sarà la volta buona? Lo si spera vivamente, anche se c’è da segnalare l’assenza forzata dell’esterno Francesco Modesto, questa settimana al centro di voci di mercato che lo vorrebbero alla Juve, cui non è riuscito, nonostante la buona volontà, il recupero lampo dalla frattura del setto nasale.
Ciccio, che quando è in forma è elemento di sicuro valore e di notevole importanza, ultimamente è finito nel mirino di una parte della tifoseria, cui neppure le ultime, ottime prestazioni hanno fatto cambiare idea. L’augurio è che non succeda domenica, perché vorrebbe dire che chi lo sostituirà (Costa? Halffreddsson? Vedere l’islandese come esterno non è così evidente) non sarà stato all’altezza.
Parlare di importanza nello scacchiere amaranto forse è relativo, adesso tutti sono importanti, perché talvolta chi ha tirato la carretta fino adesso per un motivo o per l’altro si ferma, e tocca a chi ha avuto meno spazio. Conta il gruppo, conta la Reggina, non il singolo. Missione Genova, si parte



Paola Bernasconi

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